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Saudi Arabia Pavilion
Padiglione all'Arsenale
Castello, Venice Italy

e-mail : adeleusse@brunswickgroup.com


reported by labiennale.org

shared by numero civico rovereto




 VISUAL ARTS



Pavilion of Saudi Arabia

54th International Art Exhibition – La Biennale di Venezia

THE BLACK ARCH

Raja and Shadia Alem



Raja e Shadia Alem rappresenteranno il Regno dell'Arabia Saudita nella sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia.

Abdulaziz Alsebail, Sovrintendente e Viceministro della Cultura del Regno dell'Arabia Saudita, è lieto di annunciare che Shadia e Raja Alem rappresenteranno il Regno dell'Arabia Saudita nel suo primo padiglione alla 54. Esposizione Internazionale d'Arte – La Biennale di Venezia. Mona Khazindar e Robin Start saranno i curatori dell'opera The Black Arch, un'installazione delle due artiste.

Il lavoro di Shadia e Raja Alem può essere letto come una narrazione a due voci. La scrittrice Raja e l'artista Shadia hanno un background artistico originale e tutt'altro che tradizionale. Durante il periodo della formazione classica e letteraria, le due sorelle hanno arricchito le loro conoscenze attraverso gli incontri con fedeli in pellegrinaggio alla Mecca. Per generazioni la loro famiglia ha accolto nella propria casa pellegrini in occasione dello Hadj. A partire dalla metà degli anni Ottanta le due sorelle hanno viaggiato in varie parti del mondo per recarsi a mostre e conferenze e per conoscere e comprendere le origini delle culture e delle civiltà che attraverso i racconti dei visitatori della Mecca avevano stimolato la loro immaginazione durante l'infanzia.

The Black Arch, “L'arco nero”, frutto di un'intensa collaborazione tra Shadia e Raja Alem, riguarda essenzialmente l'incontro delle due artiste, di due visioni del mondo, prima e dopo la luce, e di due città, la Mecca e Venezia. Le artiste hanno concepito l'opera come un palcoscenico sul quale proiettare la loro memoria collettiva del Nero, vasta assenza di colore, e la rappresentazione fisica del Nero, che allude al loro passato. La narrazione trae ispirazione dai racconti delle zie e delle nonne delle due artiste ed è tutta ambientata alla Mecca, dove le due sorelle sono cresciute negli anni Settanta. Per le due artiste l'esperienza della presenza fisica del Nero è potente; Raja spiega: “Sono cresciuta nella consapevolezza della presenza fisica del Nero tutt'attorno a me, le sagome nere delle donne saudite, il telo nero della Ka'ba, la casa di Dio, e la pietra nera che, secondo la credenza, ha accresciuto la nostra conoscenza.” Il secondo aspetto dell'installazione che funge da contrappunto, è un'immagine nello specchio che riflette il presente. Sono questi i parametri estetici del lavoro.

The Black Arch riguarda anche un viaggio, una transizione, e trae ispirazione da Marco Polo e da un viaggiatore del XIV secolo, Ibn Battuta , entrambi esempi di come si possa creare un ponte tra culture tramite il viaggio. Shadia spiega di aver provato il desiderio di seguire l'esempio di Marco Polo, “portando La Mecca a Venezia, tramite oggetti provenienti dalla mia città: un Arco Nero, una città cubica e una manciata di ciottoli di Muzdalifah. ” Le artiste si concentrano sulle somiglianze tra le due città cosmopolite e sulla loro capacità ispiratrice. La doppia visione di due donne, due sorelle, due artiste si dischiude in un mondo dove rito e tradizione si confrontano con la realtà del comportamento e della semplicità quotidiani degli esseri umani.

“Se le porte della percezione fossero ripulite, tutto apparirebbe all'uomo come realmente è: infinito.”
William Blake

The Black Arch
Artiste: Shadia e Raja Alem
Curatori: Mona Khazindar e Robin Start
Sovrintendente: Abdulaziz Alsebail, Sovrintendente e Viceministro della Cultura del Regno dell'Arabia Saudita

Per informazioni rivolgersi a:
Brunswick Arts
Amy de Leusse
Tel : + 33 1 53 96 83 91
e-mail : adeleusse@brunswickgroup.com

THE BLACK ARCH<>THE BLACK ARCH

Biografie delle artiste e dei curatori

Le artiste

Raja Alem

La scrittrice saudita Raja Alem, nata alla Mecca, vive attualmente tra Jedda e Parigi. È autrice di dieci romanzi, due opere teatrali, una biografia, nonché di racconti, saggi, articoli di giornalismo letterario e libri per bambini, e ha collaborato con vari artisti e fotografi. Raja è spesso presente sulla scena culturale e letteraria internazionale, dove offre riflessioni e seminari sui temi della spiritualità e della creatività infantile e sui collegamenti tra Occidente e Oriente. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti sia nel mondo arabo che in Europa; i più recenti sono un premio UNESCO per le sue realizzazioni creative, nel 2005, e, nel 2008, un premio della Associazione letteraria libanese. Tra i suoi lavori recenti tradotti ci sono Fatma, un romanzo pubblicato in inglese dalla Syracuse University Press nel 2002, che è la storia dell'odissea appassionata di una donna e della sua raffinata fantasia dell'Arabia, tra antico e moderno; My One Thousand And One Nights, romanzo pubblicato in inglese dalla Syracuse University Press nel 2007; Jatim, un romanzo ambientato nella Mecca dell'inizio del XX secolo, del quale nel 2007 è stata pubblicata la traduzione in spagnolo. Shadia Alem Shadia dipinge, disegna e crea installazioni. Esordia come pittrice, passando a volumi sempre più importanti che infine si sono staccati dal quadro per occupare lo spazio. Ispirata da una visita alla mostra del premio Turner nel 1999 e in seguito alla visione dell'opera Bed, di Tracey Emin, ha dichiarato: “Nonostante avessi idee di questo tipo fin da giovane, ho compreso soltanto di recente che potevo chiamarla arte. Ed è stato un tale sollievo!”
Shadia ha esposto in Arabia Saudita e in Europa, e gode del sostegno della Fondazione Al Mansouria. Esposizioni nel 2004: Jah's Eye, Space Acacia, Lille, Francia; All Is Changed, 9 /11, Galleria Marx Art, Lille; nel 2005: Languages of the desert, KUNST Museum di Bonn, Germania; Institut du Monde Arabe di Parigi e Centro culturale di Abu Dhabi; 2007: Panorama, Albareh art Gallery, Bahrain. Shadia e Raja Alem figuravano entrambe tra gli artisti della mostra itinerante Edge of Arabia, cominciata a Londra nel 2008, e tra quelli del programma culturale Nabatt, esposto nel padiglione saudita dell'Expo 2010 di Shangai, con sede al Museo Dolmun.

I curatori Robin Start (Londra, 1955– ), consulente artistico, curatore, esperto
Robin Start ha iniziato a impegnarsi nella ricerca in campo artistico nel 1990, dedicandosi all'Orientalismo del XIX secolo. Successivamente, il suo lavoro di curatore, esperto d'arte, consulente artistico e mercante d'arte ha abbracciato un campo più ampio, che include l'Orientalismo del XIX secolo in Europa e negli Stati Uniti e la pittura e la stampa nel Regno Unito, e lo ha visto consulente di acquisizioni che spaziano dall'arte islamica ai capolavori di antichi maestri. Nei primi anni Novanta ha intrapreso la catalogazione completa della Collezione Nazionale d'Arte del Qatar, nell'ambito della quale ha prestato consulenza su importanti acquisizioni di arte orientalista e sulla loro conservazione e incorniciatura. È stato consulente di grandi musei internazionali per l'acquisizione di opere d'arte importanti.

Più di recente Robin Start ha svolto un ruolo determinante nello sviluppo del mercato internazionale dell'arte araba moderna e contemporanea, anche in questo caso sia in qualità di consulente di collezionisti privati e di istituzioni museali sia amministrando un fondo privato di arte araba, piccolo ma molto produttivo. Questa attività lo ha portato in quasi tutti i Paesi arabi, per trattare direttamente con artisti e collezionisti e per consultare e coinvolgere curatori museali. Continua a tuttora a ricercare relazioni con musei e mercanti d'arte attivi nel campo dell'arte araba moderna e contemporanea. A partire dal 1993, anno nel quale ha curato una personale dell'artista saudita Maha Mufti a Jedda, è stato particolarmente impegnato nel campo dell'arte moderna e contemporanea saudita e continua tuttora a dedicarsi ai più diversi aspetti della scoperta, catalogazione ed esposizione di arte saudita nel senso più ampio.

Mona Khazindar (Maryland, USA, 1959– ), curatrice del museo dell'Institut du Monde Arabe di Parigi
Curatrice del Dipartimento di arte contemporanea e fotografia del museo dell'Institut du Monde Arabe di Parigi, la saudita Mona Khazindar si è laureata in letteratura comparata alla American University of Paris e in seguito ha conseguito un master in storia moderna e contemporanea alla Sorbona. Ha curato molte esposizioni e ha contribuito a numerosi cataloghi e pubblicazioni. Ha curato le edizioni inglese, francese e araba di una monografia sullo scultore egiziano Adam Henein. È stata nominata co-curatrice del primo padiglione saudita alla 54a edizione della Biennale di Venezia. È inoltre vicepresidente della Fondazione Al-Mansouria per la cultura e la creatività, una fondazione saudita senza scopo di lucro che intende promuovere l'arte contemporanea saudita e araba.

1. Curatrice del Dipartimento di arte contemporanea e fotografia dell'Institut du Monde Arabe di Parigi.

2. Consulente artistico, curatore ed esperto di arte moderna e contemporanea.

3. La Ka'ba è una piccola costruzione situata nella corte interna della Moschea al- Ḥarām (“la sacra”) della Mecca. Si tratta del luogo più sacro dell'Islam; la qibla, cioè la direzione verso la quale si rivolgono i fedeli quando pregano, è proprio la direzione in cui si trova la Ka'ba.

4. Nella Ka'ba si trova la Pietra Nera, oggetto di devozione alla Mecca anche in epoca pre-islamica, che divenne un cimelio musulmano all'epoca del profeta Maometto. I fedeli in pellegrinaggio (Hajj) cercano di fermarsi a baciare la pietra durante le rituali circumambulazioni attorno alla Ka'ba.

5. Berbero marocchino (1304–1368 o 1369), fu uno studioso islamico e un viaggiatore, noto per il resoconto dei suoi viaggi ed escursioni, la Rihla.

6. Muzdalifah è una valle situata tra Mina e Monte Arafat, dove i fedeli impegnati nello Hajj trascorrono la notte all'aperto. È questo il luogo dove raccolgono piccoli sassi da lanciare contro le steli di Mina.







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