MART
Adalberto Libera
The ideal city
Mart Rovereto
22 JUNE 2013 / 08 OCTOBER 2013
Fifty years after his death (and 110 after his birth), the Mart di Rovereto is dedicating a tribute to the Trentino-born Adalberto Libera, a leading exponent of modern Italian architecture
T
he exhibition offers a fresh point of view of the work of this great modern architect; the curator, architect Nicola Di Battista, has chosen to examine Libera’s work through the selection of some of his most significant projects. Surprisingly little-known, the aim is revise the interpretation of the processes forming his style.
In this way, the professional history of Adalberto Libera is re-examined, with particular attention to his period of training and professional debut, in which his desire to offer a modern, international language through an interpretation of the key aspects of European Rationalism is clearest.
In Fascist Italy, the exhibitions sector was the only possible stage for rationalist architects to give free rein to their approach, as any avant-garde creative features were kept at arm’s length by the regime. In this sector, Libera clearly expressed an idea of architecture able to create a link between the history context of a city and the forms of the modern-day centre, as was the case, for example, for the exhibition layout of the summer and children’s colonies at the Circus Maximus in Rome in 1937. Endowed with exceptional skills as a draughtsman, Libera was accustomed to portray his projects with masterly perspective views, almost always of interior views. Some of these have been preserved, while others are now lost and only black and white photographs remain of them.
These perspective views are by themselves able to illustrate the project without the assistance of other diagrams, and this is why Di Battista has decided to make them the ‘stars‘ of the whole exhibition. Thus was born the idea for the layout of the exhibition, by architect Giovanni Maria Filindeu, organised around 14 large reproductions of the perspective views of the selected projects.
The visitor will thus be able to ‘enter’ Adalberto Libera’s architecture, noting the aspects most closely linked to the composition and adopting them as absolute values to be interpreted in the light of the present.
Alongside the large photographs, some original archive material concerning each
project will be displayed: sketches, photographs, period publications and, above all, precious technical reports drafted by Libera himself.
This first space then leads on to other rooms, each of which houses a section of the exhibition: the first is dedicated to the drawings executed by Libera during his life, showing a range of subjects and produced with varied media; the second includes a collection of original tempera drawings illustrating some of his projects; the third is dedicated to the projects with a central plan; another room is reserved for videos.
The last room is set aside entirely for the “ideal city”; like in a boule à neige, Adalberto Libera drew a summary landscape of an Italy serving as backdrop to a large room in which a convivial celebration is taking place.
cando alcuni scritti programmatici su “Rassegna italiana” (dicembre 1926- maggio 1927). Nel 1927 partecipa con il progetto ‘Alberghetto a mezza montagna’ all’esposizione ‘Die Wohnung’ per l’inaugurazione delle case del Weissenhof di Stoccarda.
Nel 1928 fonda e dirige il M.I.A.R. (Movimento Italiano per l’Architettura Razionale), ente di cultura e di propaganda per il rinnovamento dell’architettura italiana. Nello stesso anno organizza con Minnucci la prima Esposizione di Architettura Razionale a Roma. La seconda, organizzata nel ’31, inaugurata da Mussolini alla Galleria di Roma, diretta da P.M.Bardi, segna l’inizio della polemica con l’ambiente accademico e scatena un vivissimo contraddittorio. Sciolto il M.I.A.R. , Libera lavora come professionista indipendente associandosi di volta in volta con i migliori architetti dell’ambiente romano quali: De Renzi, Montuori, Ridolfi, Vaccaro, ecc. Si segnala per la partecipazione alla Mostra della Rivoluzione Fascista allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel ’32. L’importanza dell’occasione e il successo del progetto gli aprono la via per una serie di incarichi per allestimenti e padiglioni effimeri quali quelli per l’Esposizione Mondiale di Chicago nel ’33, per l’Esposizione di Bruxelles nel ’35 e per le mostre al Circo Massimo di Roma, sempre in collaborazione con De Renzi.
Negli anni ’30 realizza a Roma importanti opere pubbliche come il Palazzo postale all’Ostiense nel ’33 e il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi all’E42 nel ’37. Per l’Esposizione universale romana, oltre al Palazzo dei Congressi, progetta il grande Arco simbolico e partecipa al concorso per il Palazzo dell’Acqua e della Luce nel ’39. Durante la guerra, si ritira a Villa Lagarina nella casa di famiglia, tralascia l’attività professionale e si immerge nella riflessione sui temi fondamentali dell’architettura. Centinaia di fogli densi di annotazioni e schizzi, testi, pubblicazioni sugli elementi dell’alloggio, documentano il profondo studio fatto da Libera sulla ‘casa dell’uomo’; tali elaborati sono classificati da Libera stesso con la dicitura ‘progettazione senza committente’. Ritorna a Roma nel ’47 e inizia una lunga collaborazione con l’Ina-casa in qualità di direttore della sezione architettura che lo porta alla costruzione dell’Unità di abitazione orizzontale al Tuscolano a Roma nel 1954. Il suo interesse si sposta sempre più dallo studio dello spazio abitativo alla scala del quartiere e della città. L’attività progettuale alla metà degli anni ’50 si intensifica con la realizzazione del Palazzo della Regione a Trento, del Palazzo per uffici a via Torino a Roma, il Villaggio Olimpico sempre a Roma e la cattedrale de La Spezia.
Nel 1951 è nominato accademico di San Luca. Nel 1953 vince per concorso la cattedra di ‘composizione architettonica’ e comincia a insegnare alla Facoltà di architettura di Firenze. Nel novembre del 1962, è chiamato a insegnare a Roma ‘La Sapienza’.
Nel mese di marzo 1963 muore improvvisamente nel pieno della sua attività professionale di architetto, di insegnante e di ricercatore.
Biografia Nicola Di Battista
Nato a Teramo il 20 ottobre 1953, tra il 1981 e il 1985 compie il suo apprendistato nello studio di Giorgio Grassi a Milano, collaborando a diversi progetti. Nel 1986 fonda uno studio professionale a Roma, dove risiede e lavora. Dal 1989 al 1995 è vicedirettore della rivista ‘Domus’. Dal 1997 al 1999 è professore di progettazione architettonica all’ETH di Zurigo. Svolge un’ampia attività didattica in varie sedi universitarie italiane ed estere, affiancando attività e di ricerca progettuale.
Attualmente è professore di progettazione alla Facoltà di Architettura di Cagliari.
Le opere in corso di realizzazione (Riqualificazione del Castello Fienga a Nocera e Riqualificazione del Castello San Michele a S. Maria del Cedro - entrambi con E. Souto de Moura -, Museo Naturalistico-Archeologico a Vicenza, Fondazione Lewitt a Praiano), testimoniano una modalità di lavoro che con consapevolezza si basa sulla conoscenza del passato e, in continuità con esso, cerca un’innovazione per il progetto contemporaneo.
Nel 2011 vince il concorso per l’ampliamento del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
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