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Padiglione Argentina
Arsenale
Campo Della Tana (Castello)
Venezia Italia


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 ARTI VISIVE | LA BIENNALE DI VENEZIA 2013 : PARTECIPAZIONI NAZIONALI



Padiglione Argentina

55ª Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia

Nicola Costantino

Eva - Argentina. Una metafora contemporanea



ARSENALE
Campo Della Tana (Castello)

Orario: 10am - 6pm
Closing day:Mond
Transport:Line 1, 4.1, 4.2, Arsenale

Vernissage: 29/05/2013 - ore 17
Artista: Nicola Costantino
Curatore: Fernando Farina
Commissario: Magdalena Faillace

Ufficio stampa: STILEMA
Sede: ARSENALE
Campo Della Tana (Castello)

Dal 29 maggio, presso il Padiglione Argentina della Biennale di Venezia, Nicola Costantino incarna Eva Perón. Per la prima volta, l’essenza auratica di una delle donne più emblematiche del XX secolo si rivela nell’immaginazione disvelante dell’arte contemporanea. Rapsodia Inconclusa (Unfinished Rapsody) analizza e decostruisce una figura che è stata sempre vista in maniera parziale e ideologica. Due video-installazioni (Eva los sueños e Eva el espejo – Eva i sogni e Eva lo specchio), un oggetto-macchina (Eva la fuerza – Eva la forza) e una scultura quasi astratta (Eva la lluvia – Eva la pioggia): quattro opere che colgono – da diverse angolazioni – in un originale gioco comunicativo, l’anima “vera” di Eva nella sua peripezia tra personale e politico, tra reale e fittizio, tra privato e pubblico. Eva rivive all’interno del Padiglione. Lo spazio rappresentato è la sua casa: il soggiorno, la sala da pranzo, lo studio e la camera da letto, dove si muove nella quotidianità di sei momenti diversi della sua vita. Lungo le tracce di un unico spartito esistenziale co-esistono sei Evita: Eva malata, Eva attrice al tempo dei famosi vestiti stampati a fiori, Eva, in una domenica mattina, Eva instancabile, con il tailleur e lo chignon, la regina del popolo vestita Dior per il galà al Teatro Colón. L’Evita che nella successione temporale di un unico, ineffabile spazio, attraversa la solitudine di tutte le donne che ha incarnato.

Alla leggerezza sospesa delle due video-installazioni si affianca la forte presenza di Eva la fuerza (Eva la forza) e di Eva la lluvia (Eva la pioggia). Il primo è un abito-macchina in ferro cromato ispirato al mito che circonda la sua ultima apparizione pubblica, quando il marito divenne presidente per la seconda volta ed Eva, molto malata, sorretta da una struttura occultata dalla pelliccia di visone, salutò la folla dalla macchina. Eva la lluvia (Eva la pioggia) chiude simbolicamente il percorso. Un tavolo in acciaio inox è coperto da una montagna di lacrime di ghiaccio che si fondono trasformandosi in gocce d’acqua: quelle che caddero incessantemente durante i quattordici giorni di pioggia del suo funerale.

Dove il linguaggio si ferma davanti al velo dell’enigma, Nicola Costantino coglie l’eccedenza, l’indicibile, lo stupore e la solitudine di una delle figure mitiche del ventesimo secolo.







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