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Padiglione della Repubblica Ceca e della Repubblica Slovacca
Giardini di Castello
Castello, Venezia, Italia
www.54venicebiennial.cz


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 ARTI VISIVE | LA BIENNALE DI VENEZIA 2011 : PARTECIPAZIONI NAZIONALI


Dominik Lang, from the "Sleeping city" project, 2011. Photography 1988, 2011. March 31, 2011


Padiglione della Repubblica Ceca e della Repubblica Slovacca

54ª Esposizione Internazionale d'Arte - La La Biennale di Venezia

Giardini, Venezia
4 Giugno— 27 Novembre 2011
Vernice: 1 — 3 Giugno 2011
Inaugurazione: Giovedì, 2 Giugno 2011,
Alle Ore 17.45

www.54venicebiennial.cz
Artista: Dominik Lang
Curatrice: Yvona Ferencová

L‘esposizione progetto di Dominik Lang (*1980) La città che dorme unisce due approcci sculturali differenti con vari contesti storici sullo sfondo di un’intima relazione di famiglia. La presentazione congiunge i lavori di due autori uniti da un rapporto personale, padre e figlio, e così crea la base per un dialogo immaginario fra le generazioni. Uno dei punti di partenza del progetto è il fatto che i lavori del padre di Dominik Lang, Jirí Lang (1927–1996), non si siano potuti sviluppare a causa dell’assurdità dei tempi, cioè della forzata uniformità della società degli anni Cinquanta nel blocco sovietico e sono rimasti – a dispetto degli epiteti iniziali di lode: „un buon inizio“, „promettente“ – depositati nello studio dell’autore, „prigioniero“ della sua stessa epoca. L’atmosfera soffocante di uno studio ingombro di statue „che dormono“, l’isolamento sociale, la rinuncia, e l’apatia, ma anche un particolare rilievo del 1960 chiamato „La città che dorme“: queste sono le origini del titolo del progetto a più strati di D.Lang.

Nel suo particolare spazio espositivo, egli mostra un modello ipotetico di un’esposizione mai realizzata: tratta i lavori di un artista della generazione precedente come materiale per un‘attività formativa, staccati dal loro contesto storico, come fantasmi di tempi passati, inseriti dentro nuove scene e costellazioni. Facendo questo egli mette in scena un’immagine intransigente dell’ “impossibilità„ imposta dalle date circostanze.

Un’altra ragione del perché la presentazione sia stata definita come un „modello di un’esposizione“ è che l’autore rovescia e frantuma in questo modello il vero formato di un’esposizione. D. Lang intenzionalmente copia le procedure espositive standard e le modella per dimostrare la loro disfunzionalità e spinge questa incommensurabilità all‘estremo limite, verso la “violazione“ dei lavori esibiti. Insieme all’impossibilità di rompere le catene delle circostanze storiche, D. Lang mette a nudo e ci lascia sentire un’altra impossibiltà – quella di trattare un materiale che è sia storico che puramente personale in un autentico e coerente modo di fare. L’esibizione che ne deriva è una biografia spaziale, una visualizzazione della relazione tra i due artisti ed è anche il ritratto di una specifica situazione del popolo ceco sia prima della caduta del comunismo che dopo; e così facendo si riferisce ai limiti di un atteggiamento bilanciato, non tendenzioso nei confornti del proprio passato personale e sociale.

La collocazione architettonica del padiglione, lavori dell’arte, documenti e oggetti di quel tempo, oggetti personali così come i pezzi dell’habitat e lo spazio di lavoro come ciò che circondava da vicino il padre, fotografie documentarie e modelli e parti di esposizione presi sia dal passato che dal presente: questi sono gli elementi intuitivamente introdotti nel complesso collage di relazioni che penetra e incrocia vari contesti storici e ideologici. Così nel suo lavoro artistico, D.Lang ha tipicamente presentato se stesso nel doppio ruolo di autore/architetto, un ruolo che include il trattamento del materiale finito e la conseguente composizione di un insieme nuovo. Nel progetto della Città che dorme, D. Lang spinge questo modello base verso una più grande complessità, un campo più largo, e rinforza radicalmente il proprio impegno personale ed emozionale. Il metodo di lavoro di D. Lang è così diventato più effettivo ma anche più rischioso, perché il materiale non è più oggetto o interno di una istituzione artistica, come lo era prima, ma è piuttosto il lavoro di un altro artista, e in più di uno che D. Lang conosce intimamente. Per mezzo di oggetti assortiti, lavori artistici e documenti assemblati D. Lang ci permette sia di entrare nel passato che di scoprire l’intimità mutevole di momenti che aprono „altri tempi“.

Come dice l’autore: „ La città che dorme è una meditazione visualizzata sul modo di come noi creiamo la nostra propria storia personale assorbendo e modificando le vie stabilite di percezione e di valutazione del passato. Il progetto fa scoprire uno spazio autonomo per sollevare la questione di tutto ciò che può trasformarsi in cause di fallimento, incomprensione e sogni mai diventati realtà. Ci fa meraviglia come una data situazione sociale e politica possa profondamente influire e determinare la vita di un singolo e incidere sul suo lavoro che allora sopravvive in una specie di vuoto, uno spazio senza aria tra il passato, al quale è legato dal tempo della sua creazione, e il presente che non ha ancora trovato uno spazio proprio“.
La mostra è tenuta in collaborazione del Ministero dei beni culturali della Repubblica Ceca, del Ministero dei beni culturali dell Repubblica Slovacca e della Galleria Nazionale Slovacca.

Support:
KNAUF Praha, spol. s r.o.
AXOM Kladno, spol. s r.o.
SolidVision, spol. s r.o.
ŽDB GROUP, a. s.
Muzeum Brnenska

media partner:
ArtMap

For further information: www.54venicebiennial.cz

For International and Local Media Enquiries:
The Czech Ministry of Culture
e-mail: helena.bednarova@mkcr.cz
e-mail: press@mkcr.cz
T: +420 257 085 300
F: +420 224 324 282







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