DC || 31 luglio 2011
dc – sass muss opening
Sabato 30 luglio ha inaugurato Dolomiti Contemporanee, dando forma al concept di questo progetto, e incarnandolo nei nuovi spazi di Sass Muss.
Questo luogo è un centro. Un centro, o un distretto, o un dispositivo. Inaugurate le prime tre mostre DC, a cura di Bruciati, D’Incà Levis, Zanchetta. Nell’arco della giornata, sono passate più di 1.500 persone. Per la prima volta dopo trent’anni, questi spazi sono stati mossi, con l’arte contemporanea. Intervenute autorità, patrocinatori, sponsor, molto pubblico. Persone non addette ai lavori, incuriosite da un’operazione nuova, da una visione, annusavano l’aria e alzavano la testa e guardavano gli edifici e le cose negli edifici e le persone davanti ed in mezzo agli edifici e lo spazio e il movimento tra gli edifici, per i viali (sembravano viali, non più strada; qui si vuole stazionare e muovere ora, non più transitare ed essere fermi).
E c’erano i curatori che hanno voluto esserci da subito, in questo progetto, protagonisti di questo primo ciclo di mostre, e molti amici artisti, molti venuti da lontano, e giornalisti e critici a curatori e galleristi e collezionisti.
DC a sass muss non è un progetto stravagante. È reale. Atipico. Scientifico. Aggressivo. Attento. Aperto. Inclusivo.
Questa situazione è nuova e reale. Non un progetto astratto. progetto pragmatico. C’è un’ipotesi, della quale si propone di misurare la percorribilità. Un’ipotesi per l’utilizzo e il riuso di spazi dalla potenzialità fragorosa, frustrati da lustri di inattività (sterilità del modello produttivo commerciale/industriale; fertilità, sostenibilità e produttività del modello artistico/culturale). All’opening di Sass Muss c’erano attività, fermento, azione, dialogo. Abbiamo acceso la luce.
Dolomiti Contemporanee
progettoDolomiti Contemporanee è un progetto d’arte contemporanea nella (dalla) regione dolomitica. Dal 2009, le Dolomiti (una parte di esse) sono divenute un sito Unesco. Le Dolomiti sono dunque una risorsa (dell’Umanità). Fatte d’ambiente, roccia, spazio verticale, potenza degli elementi dispiegati; e di interazioni antropiche; e di processi, più o meno sostenibili, di utilizzo e configurazione e fruizione del territorio.
Anche l’arte contemporanea è una risorsa. Un crogiuolo. Un’officina. Corrisponde ad un esercizio critico d’intelligenza. Produce processi d’analisi del senso, formalizzazioni di pensiero critico; è costruzione diretta o mediata di rapporti e relazioni, riflessione acuta sulle identità, elaborazione plastica di concetto e metafora; è palestra d’azione, impulso alla generazione di oggetti rivelatori, testimoniali, critici; sviluppatore di senso.
L’arte (contemporanea) è uno scandaglio. Ed un visualizzatore amplificante. Applicata ad un oggetto, ad uno spazio, lo legge, vi entra, lo apre, vi deposita la larva fisica del proprio pensiero formalizzato. L’arte concentra l’idea, le dà corpo, ne ricava immagini sintetiche pervasive.
Immaginiamo dunque di inaugurare una stagione di riflessione ed azione nell’ambito -territoriale, spaziale, fisico, tematico, ideale- delle Dolomiti. Non pensiamo ad una, o più, mostre chiuse, né ad uno spazio compiuto nella sua specificità. Pensiamo piuttosto ad un gruppo di curatori, e di artisti, e di soggetti differenti, interessati a puntare la loro lente in questa direzione. Che scrutino, indaghino, dissezionino, estrovertano (ed introvertano), trasformino, muovano, la fisiologia dei luoghi, producendo criticità (e criticismi) ed una ricca, variegata messe di sedimento esteticointellettuale. Muovendo lo spazio.
Questo processo di interazione con il luogo, non produce dunque (solo) una serie di eventi espositivi, ma innesca un processo, di riflessione, di operatività, di lavoro, su (da) questo territorio.
Dolomiti Contemporanee vuole essere, diventare, una modalità di riflessione e di azione culturale sul territorio. Questo territorio non viene narrato, descritto. Non descrive se stesso. Diventa un luogo d’incontro. Un innesco.
La struttura di Dolomiti Contemporanee prevede la messa a punto di una piattaforma logistica territoriale. L’istituzione di una rete fitta di rapporti tra numerosi soggetti eterogenei, istituzionali, politici, sociali, culturali, artistici, imprenditoriali, didattici -territoriali ed extraterritoriali- punta a costituire quest’esperienza come uno spazio integrato d’azione sul territorio, che sappia operare all’interno di una mappa estesa e ramificata. Dolomiti Contemporanee non è una mostra. E’ un progetto di rete.
sass muss
Sass Muss è un complesso d’archeologia industriale, situato in Provincia di Belluno (Comune di Sospirolo), a ridosso del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Il sito è composto da una serie di fabbricati, dislocati all’interno di un’ampia area verde, in zona pedemontana, a 7 km. dal centro storico di Belluno, nei pressi della Strada Statale 203 Agordina. Quest’area, recentemente recuperata, è composto da alcuni grandi edifici-padigllione (sass de mura, pavione, schiara, ecc.) e da un fabbricato funzionale, per quasi 4.000 metri quadrati di superficie coperta complessiva.
DC prevede, nella sua prima fase, l’attivazione del complesso di Sass Muss quale laboratorio culturale ed artistico, nel periodo compreso tra luglio ed ottobre 2011. Qui, un gruppo di curatori ed artisti lavora a quella che vuole configurarsi come una stazione di scambio e produzione artistica alternativa. Negli spazi del campus, gli artisti vivono, lavorano, espongono. Un programma di residenza consente ad alcuni di loro di risiedere, a rotazione, per un periodo di una settimana/dieci giorni, a Sass Muss. L’edificio funzionale centrale ospita infatti, oltre al bar/ristoro, bookshop, wi-fi zone, alcune camere-studio. Nei padiglioni trovano posto le mostre, ognuna affidata ad un diverso curatore, in due blocchi, a luglio ed a settembre.
Il complesso, in questa prima fase, sarà dunque attivo -un campus, una cittadella, un laboratorio aperto- per circa tre mesi, nel corso dei quali gli artisti potranno incontrarsi, presentare il proprio lavoro, partecipare ad incontri. DC start.