Jamel Shabazz, bronx, foto on vynil 1995.
DuetArt
It's not Fair Non è giusto)
Da Sabato 22 Giugno, presso la galleria DuetArt di Varese, saranno esposti oltre venti
lavori di artisti americani provenienti da una collezione privata newyorkese.
La raccolta, che include lavori di pittura e fotografia, parte dagli inizi degli anni '80 ad
oggi.
La mostra è curata da Pasquale Leccese.
Conobbi James penso nella Primavera del 1983 in uno dei miei primi viaggi a New York, era
un pomeriggio di sole a Soho - il quartiere delle gallerie di quel
tempo - e seduti sui gradini d'ingresso di quel santuario che era 420 West Broadway,
sede delle prestigiose gallerie Sonnabend e Leo Castelli, guardavamo i programmi delle
gallerie e le loro aperture e commentavamo le mostre viste.
Solo in quell'area ce ne saranno state più di un centinaio solo di Arte Contemporanea.
Parlavamo italiano.. quando un ragazzo ci si siede vicino e ci chiede in inglese se fossimo
italiani.. poi ci dice che suo nonno era italiano e se conoscessimo il paese Francica.. noi un
pò imbarazzati ci guardiamo e diciamo francamente di no.. e lui, che non era mai stato in
Italia se non a Roma da piccolo, cerca di spiegarci le sue origini.. non parlando una sola
parola di italiano.. alla fine dopo vari tentativi geografico/culturali deduciamo che Francica
è un paesino della Calabria..e che il nonno di James era calabrese .. arrivato a New York nel
1924 e che ora, dopo avere avuto una pasticceria nel Lower East Side, è un tranquillo
pensionato che si gode la sua villettina nel New Jersey.
A quel punto James ci racconta il perché fosse li sotto all'ingresso delle gallerie.. aspettava
l'apertura della mostra di Julian Shnabel nella galleria di fronte alla galleria Mary Boone e
che aveva con se un catalogo e voleva farselo firmare…James era un art lover incallito.. la
sua passione era nata in college , dopo aver seguito le lezioni di Robert Longo, un grande
artista e regista e musicista di quel periodo…
appena aveva un attimo di tempo libero correva a Soho a vedere le novità del momento nelle
gallerie e non perdeva un opening..ci scambiammo gli indirizzi e dopo qualche tempo seppi
che James aveva finito il suo internship in uno studio di avvocati uptown e si era messo in
proprio , aveva anche iniziato a collezionare ..non più cataloghi e inviti firmati.. ma vere e
proprie opere.. dalle litografie alla fotografie che allora avevano un mercato ragionevole e
basso a dei piccoli pezzi unici che riusciva a comprare a rate dalle gallerie.. con i galleristi
James instaurava un rapporto di fiducia e amicizia e non potendosi permettere grossi
investimenti riusciva sempre ad ottenere delle dilazioni incredibili, non mi sorprenderebbe se
ancora stia pagando qualcosa preso allora…poi pian piano la gente andava da lui a
chiedere consiglio su cosa vedere e su cosa comprare e lui ne andava orgoglioso di questa
nuova veste di ..talent scout..con lui visitammo un giovane artista che per vivere faceva il
grafico per delle riviste tipo The World of Interior.. ricordo ci presentammo davanti
all'indirizzo 303 South Park Avenue.. suonare R.P. Quell' R.P. stava per Richard Prince il
giovane artista che andammo a visitare in quel monolocale/studio pieno di foto , riviste e
libri da non potersi girare, quel Richard Prince sarebbe diventato uno degli artisti più
importanti dell'arte americana di questo secolo!
Ci ricevette e per fortuna James si intendeva un pò di auto e motori perché la nostra
conversazione fu solo su alcuni modelli Old Timer di auto tipo Ford Mustang dove io tranne
per aver nominato una volta la Ferrari fui messo subito da parte…alla fine
della visita riuscimmo a comprare due piccoli jokes su carta pagati cash penso non più di
200 dollari e ci regalò due suoi cataloghi.. poi prima di andar via ci suggerì di andare la
stessa sera all'opening di un suo amico: era Larry Clark…
Con James il sabato a New York era lunghissimo anche perché era il suo solo giorno "off"
quindi mattina "studio visit " e sera openings.
Allan McCollum ..lui lo incontrammo nel suo studio a Wooster Street lavorava quadri che
trasformava in "surrogates" di gesso quindi si entrava puliti e si usciva bianchi di polvere..
ne aveva in cantiere un migliaio di quadretti di gesso da dipingere per la sua prima mostra
alla Lisson di Londra! Alan Belcher aveva lo studio-galleria nel East Village e vendeva
opere sue e di altri artisti .. credo anche Jeff Koons e Laury Simmons..
Il New York Times diede la copertina del supplemento a Jean Michel Basquiat..
la sua foto su quel giornale fu un segnale che qualcosa stava cambiando.. l'arte diventa più
accessibile al pubblico, le gallerie si riempiono di visitatori, un giovane di origini haitiane e
graffitista sulla copertina del magazine più letto d'America!
Pasquale Leccese
20 Maggio 2013
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DuetArt
vicolo santa chiara 4/
via griffi 3
21100 Varese (Italia)
www.duetart.com