Mart, Paolo Ventura, Mago futurista, 2013. Courtesy the artist.
MART
Paolo Ventura: Mago Futurista
Mart, Casa Depero
22 GIUGNO 2013 / 13 OTTOBRE 2013
"La scomparsa è straordinaria perché lascia speranza: se non si trova un cadavere, la scomparsa lascia libera l’immaginazione, mentre la morte è definitiva! "
Paolo Ventura
Paolo Ventura per il Mart lavora sul tema della Prima Guerra Mondiale come rappresentazione della memoria. La mostra è composta da due serie di fotografie, che verranno poi raccolte nelle pubblicazioni “Il pittore futurista” e “Il mago”, edite da Danilo Montanari.
Seppur impalpabili come sogni, le immagini nate dalla poetica di Ventura hanno la forza popolare ed evocativa delle tavole utilizzate dai cantastorie. Fotografie frutto di una meticolosa messa in scena, rappresentano dei “ricordi possibili” in bilico tra memoria e immaginazione.
L’artista impersona il protagonista della storia in fondali dipinti da lui stesso che danno vita a un racconto sospeso temporalmente, come accade al circo, nei luna park o nelle rappresentazioni dei burattini. Una città, riconoscibile come una Milano “sironiana”, è la quinta teatrale in cui il protagonista. il “mago”, dà spettacolo controllando la scomparsa e ricomparsa di un bambino, destinato misteriosamente, negli scatti finali, a scomparire davvero nella nebbia.
La suggestione creata delle fotografie dell’artista muove un senso di aspettativa sulle vicende che riguardano il tempo, l’infanzia, l’innocenza, la guerra, il mistero. I progetti di entrambe le serie sono fortemente legate al profilo della sede espositive: “il mago” è il nomignolo con il quale viene ancor oggi ricordato Fortunato Depero.
Così commenta il suo lavoro Paolo Ventura, a proposito del tema della scomparsa, già peraltro affrontato in altri suoi lavori :
Mi piaceva l’idea di interpretare qualcuno che scompare. Il Mago, lo Zuavo, li ho scelti innanzitutto perché sono ?gure senza tempo, fanno parte di me. Personaggi immutabili,come i preti, i carabinieri che hanno ottenuto, di poter essere trasferiti in qualsiasi luogo, in qualsiasi tempo e non cambiano. Le loro divise diventano dei costumi, come i clown. Mi piacciono queste ?gure che vivono un non-tempo”.
A cura di Nicoletta Boschiero
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