Padiglione Serbia
55ª Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia
Vladimir Peric e Miloš Tomic
Nothing Between Us (Nulla Tra Noi)
Padiglione della Repubblica di Serbia
Progetto: Nothing Between Us (Nulla Tra Noi)
Committente: Maja Ciric
Espositori: Vladimir Peric and Miloš Tomic
Comitato consultivo: Milica Pekic, Darka Radosavljevic, Dejan Sretenovic, Stevan Vukovic, Nikola Šindik
Concezione booklet: Aleksandar Zograf
Assistente alle comunicazioni: Milena Gnjatovic
Assistente tecnico: Milica Stojanov
Con il sostegno del: Ministero della Cultura e dei Media, la Repubblica Serba
Produzione e organizzazione: Museo di Arte Contemporanea, Belgrado
Sostegno in natura: Moritz Eis
Inaugurazione: 12.30, 30 maggio, 2013
Prefazione del committente (estratto)
Maja Ciric:
Nothing Between Us rompe con il tradizionale approccio laissez-faire all’arte, secondo il quale, la politica, le cui
ri?essioni sono dominanti nel mondo dell’arte, prevalgono sull’arte. Perciò, credo sia importante de?nire questo luogo di rappresentanza nazionale come lo spazio da cui emanano le distorsioni del mondo dell’arte globale. Visto dalla
prospettiva della geopolitica curatoriale, la Biennale Venezia, come un microcosmo che rappresenta il mondo (o meglio, i mondi) dell’arte, ha, ?nora, sempre operato secondo dueordini di criteri: quelli manifestatisi nei padiglioni nazionali, e quegli applicati nell’esposizione centrale. Artisti serbi, come rappresentanti di un mondo dell’arte “minore”,
sono stati costantemente sottorappresentati nel padiglione centrale (naturalmente, a meno che non problematizzino
immagini politiche di guerra, come nel caso di Zoran Naskovski nel 2007). Perciò, l’unica struttura attraverso la qualesono in grado di dimostrare le loro produzioni e le loro pratiche è il padiglione nazionale.
Nothing Between Us è il risultato di un atto di auto-autorizzazione, basato su ri?essioni critiche ed una interrogazione
in merito alla governance sollecitate dal Palazzo Enciclopedico, quale tema dell’esposizione centrale. È una risposta a
tale esposizione che si ispira alle pratiche visionarie che emergono dall’atteggiamento outsider di Marino Auriti. Concentrandosi su speci?che nicchie liminali, che incarnano la creatività attraverso il collezionismo, si rivolge al mondo dell’arte in generale, che si basa su un insiemedi operazioni nazionali-internazionali. Viste le differenze nelle loro pratiche e le generazioni a cui appartengono (uno degli anni Sessanta, l’altro degli anni Settanta), l’appaiamento di Vladimir Peric e Miloš Tomic non sembrerebbe giusti?cabile, ma le loro opere convergono in una riarticolazione della politica individuale della vita quotidiana in condizioni della “nuda vita”. Nella maniera degli artisti “Fluxus”, sia Peric sia Tomic sono sommi osservatori delle cose, le cose di ogni giorno che la maggior parte della gentetroverebbe ordinarie e banali.
Ciò che stiamo facendo ora è contemplare la sfera tra il territorio esistente e la terra nuova nella nostra contemporaneità. Stiamo stabilendo collegamenti tra il quotidiano, l’arte ed i modi operativi del mondo dell’arte. Il mondo dell’arte della Serbia, in quanto mondo artistico minore, ha di fronte la scelta traadattarsi al territorio esistente orientato al mercato, o conquistare nuovo terreno. Non vogliamo che lo stato nazionale diventi il paradigma di una sovra-codi?cazione basata sulla ri-territorializzazione compensatoria, ma cerchiamo modelli nuovi per nuove realizzazioni. Gli unici compromessi che siamo disposti a fare sono con l’epoca attuale. I limiti di ciò che siamo diventano i limiti di ciò che possiamo divenire. Invece dirimanere condannati all’impotenza, questi lavori rappresentano
contraddizioni vitali; questi artisti sono capaci di creare un diverso insieme di operazioni. Una possibilità è quella di
partecipare all’insieme delle operazioni internazionali-nazionali, un risultato delle quali è che i valori delle nazioni
minori rimangono circoscritti e non diverranno mai di alcun interesse o alcun utilità per il mondo. L’altro percorso è
quello digiocare sul fatto che una nazione minore, poiché incorpora molte contraddizioni, contiene elementi capacidi
unire tali contraddizioni, e creare così nuovi ruoli e nuove relazioni nel mondo dell’arte globale.
Se si elimina la piattaforma politica, restano due possibilità: rimanere insediati sul territorio esistente, o focalizzarci su ciò che è disponibile nel quotidiano. Oggi, il mondo dell’arte minore della Serbia sta concentrando si su nuovi orizzonti conseguibili attraverso i mezzi d’orizzonti dell’arte che si aprono ad unamolteplicità nel mondo dell’arte. Dire che non c’è niente tra noi (Nothing Between Us) implica una molteplicità di voci individuali, perché sono quelle in un permanente stato del divenire.
Estratto dal testo di Stevan Vukovic:
Il progetto Nulla Tra Noi comprende i lavori dei due artisti/ricercatori/collezionisti, Vladimir Peric e Miloš Tomic,
che hanno sviluppato un particolare modo di presentare alcuni elementi delle collezioni che hanno accumulato negli
anni tramite la raccolta ossessiva di vari oggetti usati (speci?camente, memorabilia dell’infanzia, nel caso di Peric, e
suoni generati usando strumenti/congegni sonori non convenzionale, nel caso di Tomic).
Un’insistenza sulla sperimentazione, così come il lavorare con materiali trovati (sia oggetti sia situazioni) collegano
questi due artisti, che sostengono “non c’è niente tra noi”, che i loro lavori sono eterogenei e vicendevolmente indipendenti. Tuttavia, è proprio la relazione tra questi due corpus di opere che crea“tensioni dialettiche tra i poli di disordine ed ordine”.
Biogra?e degli Artisti
Miloš Tomic (1976) si è laureato in regia all’Accademia delle Arti nel 2001, sotto la supervisione delprofessore Miša
Radivojevic, e si è specializzato al Dipartimento d’Animazione Multimediale della Scuola di Cinema di Praga in
2006, sotto la supervisione del professore Peter Skala. Tomic ha poiconseguito il Dottorato nello stesso dipartimento
nel 2011, con la tesi: “La preziosità degli oggettiscartati – i ri?uti come materiali per ?lm, animazione, fotogra?a…”.
Nella sua carriera accademica, èstato studioso all’Università di Europa a Madrid (2005), nonché all’Accademia delle
Arti a Berlino (2007). Da venti anni Tomic opera nell’arte contemporanea, esprimendosi attraverso diversi mediaPagina 2 intraprendeva una crociata per una cinematogra?a indipendente, apertaa tutti, ed a basso costo, durante gli anni Novanta ha organizzato il Festival “Lo-Fi” ed in seguito ha iniziato a tenere laboratori su ?lm stoptrick, sovversione ed art-brut, dove, oltre a presentare tecniche cinematogra?che ai corsisti, discuteva sulla fotogenica, l’inspirazione, l’ossessività, la dedizione e l’uso degli oggetti di ogni giorno nei processi creativi. Oramai questi laboratori, destinati agli studenti, ai giovanidi gruppi socialmente a rischio ed ai disoccupati, hanno avuto luogo in 14
città in tutta l’Europa. Dal 2010, Miloš Tomic è responsabile per il corso, Forme di Video a Cortometraggio, al Dipartimento delle Arti eNuovi Media Digitali dell’Università di Singidunum a Belgrado. A volte scrive itinerari di viaggio e le sue memorie personali.
Vladimir Peric (1962) si è laureato in Gra?ca e Fotogra?a all’Università delle Arti Applicate e Disegno di Belgrado.
La sua produzione, altamente premiata, sull’espressione plurale, che appartiene al campo dell’arte concettuale, può
essere divisa in tre tappe. Nella prima, sotto lo pseudonimo Talento (1986–1996), ha tenuto 19 esposizioni personali e
47 collettive sia nazionali sia all’estero. Poi come fondatore del Gruppo “Talent Factory” (1996–2006), ha presentato
il suo lavoro in 20 esposizioni personali e 69 di gruppo. Dal 2006, sta lavorando su un progetto che chiama il “Museo
dell’Infanzia”, che prevede di completare nel 2016.
Da venti anni Peric è membro dell’Associazione Serba delle Belle Arti. Il suo lavoro eclettico contiene elementi riconoscibili di vari campi dell’arte, la musica, e le arti visive (gra?ca e disegno gra?co, fotogra?a, pittura), che prendono generalmente la forma di installazioni, oggetti e ready-mades. Peric cerca inspirazione per il suo lavoro nei propri dintorni sociali e culturali. I materiali che usa per lamaggior parte sono oggetti abbandonati, trovati nei mercati delle pulci o rovistando nelle fabbriche abbandonate e lungo le strade. Tali oggetti sono ben consumati, in un modo che
Peric de?nisce “esteticamente conveniente”, ma nel contesto artistico, grazie alla sua immaginazione e la suaintelligenza, divengono forme piene di simbolismo e di signi?cato complesso - opere d’arte cheesprimono aspre critiche, umorismo, e lucide ri?essioni estremamente personali ed emotive.
Contatto stampa:
Milena Gnjatovic:
gnjatovic.milena@gmail.com
Nataša Lazic:
natasa@msub.org.rs