TRIENNALE DESIGN MUSEUM
Terza interpretazione. Quali cose siamo
apertura al pubblico dal 27 marzo 2010
Direttore: Silvana Annicchiarico
Cura scientifica: Alessandro Mendini
Progetto dell'allestimento: Pierre Charpin
Progetto grafico: Jean-Baptiste Parré
Catalogo: Electa
Dopo aver risposto alla domanda Che Cosa è il Design Italiano? con
Le Sette Ossessioni del Design Italiano e Serie Fuori Serie, Triennale Design
Museum dal 27 marzo 2010 presenta una nuova interpretazione
del design italiano dal titolo Quali cose siamo.
Triennale Design Museum conferma così la sua natura di museo
dinamico, in grado di rinnovarsi continuamente e di offrire al visitatore
sguardi, punti di vista e percorsi inediti e diversificati. Un museo
emozionale e coinvolgente. Un organismo vivo e mutante, capace
di mettersi in discussione, smentirsi, interrogarsi.
Triennale Design Museum è diretto da Silvana Annicchiarico
e ha la cura scientifica di Alessandro Mendini.
L'ipotesi curatoriale alla base della terza interpretazione di Triennale
Design Museum è che in Italia esista un grande e infinito mondo parallelo
a quello del design istituzionale, un design invisibile e non ortodosso.
Il punto di osservazione si sposta sulla storia e sulle storie che
scaturiscono dai singoli oggetti che, messi uno accanto all'altro, creano
una rete di relazioni e rimandi, un paesaggio multiforme capace
di provocare squilibri e spiazzamenti, ma ricco di emozione
e spettacolarità.
Una selezione di opere dei Maestri, di artisti, di giovani designer entra
in dialogo con oggetti inaspettati che, di primo acchito, non sembrano
«fare sistema» ma, in realtà, non sono quello che sembrano. Se guardati
attraverso nuovi punti di vista, mostrano una complessa matrice
progettuale, forniscono un'ulteriore, inedita, testimonianza della
creatività italiana e contribuiscono a definire in altro modo la nostra
identità e l'essenza del design italiano.
A conclusione del percorso espositivo, Alessandro Mendini e Silvana
Annicchiarico hanno coinvolto alcuni dei progettisti di The New Italian
Design a lavorare sul tema della scala urbana sull'utopia progettuale.
Sul modello ideale della torre di Babele è stata realizzata una serie di
torri, a formare una città ideale.
Questo sistema di torri, caratterizzate da plurilinguismo segnico,
materico, culturale e oggettuale, è pensato come simbolo e anima
totemica della città, dove le facciate e i volumi esprimono con i loro
linguaggi le tensioni etiche ed estetiche degli abitanti, la loro poesia e
responsabilità. Se il museo si chiede “Quali cose siamo”, queste torri si
chiedono “in quali cose abitiamo”.
I progettisti coinvolti sono Matteo Bazzicalupo, Antonio Cos con Sophie
Usunier, Lorenzo Damiani, Esterni, Diego Grandi, Giulio Iacchetti,
Interaction Design Lab, Alessandro Loschiavo, Raffaella Mangiarotti,
Miriam Mirri, Nucleo, Lorenzo Palmeri, Daniele Papuli, Gabriele Pezzini,
Matteo Ragni, Studio Temp, Tankboys, Marco Zito.
Questo progetto conferma ancora una volta la vocazione del Triennale
Design Museum non solo come museo della conservazione della
memoria ma anche della sperimentazione.
Il museo «mette in scena» il design italiano rinnovando non solo
il tema-chiave e l'ordinamento scientifico, ma anche l'allestimento che,
per questa interpretazione, è affidato al francese Pierre Charpin.
Inaugurato nel dicembre 2007, Triennale Design Museum ha una
Collezione Permanente (composta dalla Collezione Permanente
del Design Italiano, dai disegni di Alessandro Mendini, dalla Collezione
di Giovanni Sacchi e dalla Collezione di Alessandro Pedretti) ma è anche
a capo di una vasta rete di «giacimenti» presenti sul territorio italiano
(collezioni private, musei d'impresa, raccolte specializzate e piccoli musei
tematici) con cui ha stabilito uno stretto rapporto di collaborazione.
Il Laboratorio di Restauro del Triennale Design Museum è un centro
dedicato alla «memoria della modernità», ma anche alla sperimentazione
di nuove tecnologie. Il Laboratorio ha come missione principale quella
di attivare un'azione di ricerca e indagine sulla scienza dei materiali
in funzione di un'operazione di prevenzione, conservazione e restauro.
Il museo opera in stretta collaborazione con il Politecnico di Milano,
dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica, che fornisce
un supporto sulla diagnostica e l'indagine della scienza dei materiali.
All'interno del museo sono presenti due spazi permanenti: il Teatro
Agorà, progettato da Italo Rota, e il CreativeSet, progettato da
Antonio Citterio.
Nel primo, interamente realizzato in legno, si svolgono eventi,
conferenze, e performance. Nel secondo, destinato a mostre
temporanee ed eventi, continuerà, per il secondo anno, il ciclo
MINI&Triennale CreativeSet dedicato alla promozione e valorizzazione
del nuovo design italiano contemporaneo.
Tutta l'attività di Triennale Design Museum è supportata da Electa,
editore ufficiale del museo.