Fondazione Querini Stampalia
MATTA
Roberto Sebastian MATTA – Gordon MATTA-CLARK – Pablo ECHAURREN
Fondazione Querini Stampalia
Venezia
29 maggio – 18 agosto 2013
Vernice stampa: 28 maggio 2013 – dalle 10 alle 14
Dal 29 al 31 maggio 2013 ingresso libero per stampa e accrediti Biennale
Inagurazione: 28 maggio 2013 – ore 18
Mostra realizzata da: Galleria d'Arte Maggiore – G.A.M. - Bologna
In concomitanza con la 55. Biennale di Venezia, la mostra vuole indagare le idee e i pensieri che si
sono tramandati – attraverso le generazioni, il tempo e la geografia – da Roberto Sebastian Matta
ai suoi figli Gordon Matta-Clark e Pablo Echaurren.
Tre nomi, tre storie, tre paesi e un unico comun denominatore: l'arte. In concomitanza con la 55.
Biennale di Arti Visive di Venezia e per la prima volta insieme, la mostra organizzata e prodotta
dalla Galleria d'Arte Maggiore – G.A.M. di Bologna, riunisce negli spazi dell'area Scarpa della
Fondazione Querini Stampalia, tre grandi protagonisti dell'arte internazionale. Gordon Matta-Clark
e Pablo Echaurren non hanno in comune solo il padre Roberto Sebastian Matta, figura storica che
con le sue tele e le sue sculture ha preso parte al Surrealismo ed influenzato gli artisti americani
dell'Espressionismo Astratto, ma con due stili espressivi differenti sono entrambi due personaggi di
rilievo della scena artistica contemporanea.
La mostra, curata da Danilo Eccher, prende origine dall'opera di Roberto Sebastian Matta ed
attraverso le opere dei suoi protagonisti percorre mezzo secolo di storia dell'arte, vissuta in tre
paesi differenti: la Francia, gli Stati Uniti e l'Italia. Lo spaccato che ne deriva non è delimitato dalla
loro storia familiare, per quanto eccezionale, ma amplia i propri confini all'ambiente culturale e
politico in cui questi artisti sono stati profondamente coinvolti. Figli dello stesso padre, ma di madri
differenti, sia Gordon che Pablo hanno avuto un rapporto conflittuale con la figura paterna ed
attraverso l'arte entrambi hanno cercato un dialogo concettuale - impossibile nella vita privata - con
Matta attraverso le loro opere pur maturando entrambi, ed ognuno a suo modo, linguaggi singolari
e differenti. Se l'affinità con Matta-Clark è riconducibile anche ad un livello formale, esteticoarchitettonico presente in forma diversa anche nell'opera del padre, in Echaurren l'affinitudine è da
ricercarsi nel carattere più propriamente concettuale derivato dalla stessa matrice Dadaista e tardo
Surrealista del padre e del fratello.
Il filo conduttore della loro opera a livello critico sarà svelato da Danilo Eccher solo pochi giorni
prima dell'apertura al pubblico, ma ad una prima lettura emerge già come la socialità, la continua
ricerca di un rapporto non solo di partecipazione del fruitore, ma di un suo coinvolgimento diretto o
indiretto, fisico o mentale, culturale o sociale, interno o esterno all'opera sia presente nell'opera dei
tre. Non è un caso infatti se alcuni definiscono le figure antropomorfe di Matta sia in pittura, sia in
scultura, come "morfologie sociali", come una trasfromazione di passaggio tra i paesaggi interiori e
il mondo esterno. Per Gordon la socialità è un fattore ancora più evidente, essendo la sua arte
basata sulla performance, sui "building cuts" - edifici tagliati - trasformazioni sculturali di
architetture preesistenti dove lo spettatore è invitato ad entrare per muoversi fisicamente ed
emozionalmente in quegli spazi. Nella sua opera Matta-Clark crea un rapporto diretto con il
fruitore, spesso basato sulla fiducia che costui deve devolvere all'operato dell'artista che come in
Matta ha fondamenti architettonici. Mentre per quanto riguarda Pablo tutta la sua vita artistica è
immersa nella socialità, nella sua esistenza quotidiana. E se è vero che le sue tele riportano al
mondo dei fumetti, della musica, della street art, alla cultura di massa, è attraversando la sua
iconografia Pop fatta di contiminazioni di generi che dialogano ora con il Dadaismo, ora con lo
stesso Surrealismo, che l'artista propone con ironia attraverso l'apparizione di una natura familiare
ed allo stesso tempo inquietante una critica diretta alla società dei consumi. Proprio come
sembrano suggerire le figure antropomorfe e primitive presenti nei dipinti del padre. Non a caso
l'opera di Matta mira anche a una riflessione sull'impatto che la tecnologia ha sull'esistenza
umana.
Roberto Sebastian Echaurren MATTA (Santiago, Cile, 1911 – Civitavecchia, Italia, 2002)
Nato a Santiago del Cile, dopo gli studi in architettura Roberto Sebastian Matta si dedica alla pittura a
partire dal 1934 quando si trasferisce a Parigi. Gli incontri di questi anni sono stimolanti e fondamentali:
nella capitale francese lavora per Le Corbusier, a Madrid entra in contatto con intellettuali del calibro di
Federico Garcia Lorca e a Londra frequenta Walter Gropius. Ma è a Parigi che conosce André Breton e
Salvador Dalì, aderendo e dando impulso alla nascita del Surrealismo. Allo scoppio della Seconda
Guerra Mondiale accetta l'invito dell'amico Marcel Duchamp e si trasferisce a New York dove si
inserisce nell'ambiente cosmopolita, rivestendo un ruolo di primo piano per la generazione di artisti
successiva che avrebbero poi dato origine all'Espressionismo Astratto americano. I rapporti con questi
artisti, e con i surrealisti rimasti a Parigi, sono però destinati a incrinarsi quando Matta è accusato di
aver provocato il suicidio di Gorky per avere avuto una relazione con sua moglie. Alla fine degli anni
Cinquanta, Matta è già un artista di fama internazionale, mentre nel 1971 la rivista francese
Connaissance des Arts lo colloca nella top ten dei dieci migliori pittori contemporanei del mondo e nel
1985 il Centre Georges Pompidou gli consacra una grande retrospettiva. Nel 1990 torna a Parigi
passando dei periodi in Italia a Tarquinia, dove installa uno studio, una scuola di ceramica e una sala di
esposizioni. Si spegne a Civitavecchia nel 2002.
Le sue opere sono conservate in alcuni dei più importanti musei del mondo, solo per citarne alcuni: il
Museum of Modern Art di New York, il Centre Pompidou a Parigi, il Fine Art Museum di San Francisco e
la Galleria d'Arte Nazionale di Roma.
Gordon MATTA-CLARK (New York, USA, 1943 – 1978)
Gordon Matta-Clark è un artista americano attivo durante gli anni Settanta e meglio conosciuto per i
suoi "building cuts", edifici tagliati: trasformazioni sculturali di edifici abbandonati realizzati attraverso
tagli e smantellamenti di siti architettonici strutturati. Figura catalitica del decennio per la storia e lo
sviluppo di SoHo a New York, la sua arte mette in discussione lo stesso statuto di opera d'arte.
Utilizzando la performance come metodo espressivo preferenziale, la gran parte del suo lavoro si basa
su frammenti architettonici, oggetti decomposti, ma anche esperimenti culinari giunti oggi a noi
attraverso una serie documentazione fatta di video, foto e films. Operativo sia negli Stati Uniti che in
Europa, la prematura scomparsa a soli trentacinque anni non gli ha impedito di diventare una superstar
sulla scena internazionale dell'arte contemporanea. Le opere di Matta-Clark sono infatti presenti in
grandi collezioni pubbliche: il Metropolitan Museum of Art e il MoMA di New York, il Museum of
Contemporary Art di Chicago, il MoCA di Los Angeles, il Museum van Hedendaagse Kunst Antwerpen
ad Antwerp, il San Francisco Museum of Art, lo Smithsonian American Art Museum a Washington DC, il
Solomon R. Guggenheim Museum di New York, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Whitney
Museum of American Art di New York.
Pablo ECHAURREN (Roma, Italia, 1951)
Pablo Echaurren ha iniziato a dipingere a diciotto anni ed è stato presto scoperto da Arturo Schwarz.
Sul background della pop art, dell'arte povera, del minimalismo e dell'arte concettuale, ha incominciato
a sviluppare il suo universo lessicale agli inizi degli anni Settanta quando si dedica a vari temi: dal
mondo delle miniature ai segni del mastro giapponese Hokusai, dalle citazioni dal mondo del fumetto di
Roy Lichtenstein alle immagini dei libri scientifici sulla storia naturale, la zoologia e la botanica. In un
secondo tempo il confronto con l'eredità iconografica della storia dell'arte si espande in un dialogo
costante con le avanguardie: il Futurismo, il Dadaismo, il Cubismo, lo stesso Surrealismo che rivista
con l'occhio di un abitante del villaggio globale, nutrito di messaggi delle telecomunicazioni e dei mass
media. L'arte di Pablo Echaurren si muove in molte direzioni, in salti costanti, dai dipinti ai collage, dalle
copertine dei libri e dei fumetti alle ceramiche, ai video, ai testi. Si impone così l'idea dell'artistaartigiano in tutti i campi, indipendentemente dalle barriere e dalle gerarchie che di solito confinano l'attività creativa. La relazione tra Pablo e i giovani è sempre molto stretta e lo stesso si dica per i movimenti sociali. Autore di saggi, romanzi e brevi racconti, Pablo ha anche publicato una serie di biografie illustrate, dedicate a Filippo Tommaso Marinetti, Picasso, Ezra Pound ed altri.
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Fondazione Querini Stampalia – Area Scarpa
Nel 1949 il Consiglio di Presidenza della Fondazione Querini Stampalia decise di dare inizio al restauro
di alcune parti di Palazzo Querini. Manlio Dazzi, direttore della fondazione, affidò a Carlo Scarpa il
compito di risistemare il piano terra ed il giardino sul retro del palazzo che si trovava in uno stato di
estremo abbandono e degrado. Il progetto fu realizzato solo più di dieci anni dopo, sotto la direzione di
Giuseppe Mazzariol, amico e sostenitore del maestro veneziano.
Il progetto di restauro di Scarpa parte dall'eliminazione dell'apparato decorativo ottocentesco, dal
risanamento statico e conservativo delle murature, dall'accurata pulitura degli elementi architettonici
esistenti per articolarsi attraverso quattro temi fondamentali: il nuovo ponte di accesso, l'ingresso, il
portego ed il giardino, quattro luoghi uniti da un percorso, le cui tappe sono anticipate visualmente sin
dal campiello antistante il canale, dal quale è possibile intravedere scorci dell'interno.
Il piano terra del palazzo è infatti permeabile, trasparente, ed il giardino assume il ruolo di naturale
prolungamento del portego.
"L'acqua è assunta come un diaframma orizzontale che gradua le altezze obiettivamente mutate degli
spazi. È in relazione a questi effetti che l'andamento di tutti i percorsi è stato orientato e svolto
orizzontalmente dal canale al giardino, dalla fronte prospiciente il cancello al retro del palazzo, come
un'unitaria transenna su cui la luce gioca, smaterializzando i residui plastici di ogni zona per assumerne
soltanto il significato cromatico"
Giuseppe Mazzariol,
Un'opera di Carlo Scarpa: il riordino di un antico palazzo veneziano,
in "Zodiac", n. 13, 1964, p. 40.
Galleria d'Arte Maggiore – G.A.M.
La Galleria d'Arte Maggiore G.A.M. è stata fondata nel 1978 da Franco e Roberta Calarota che hanno
costruito il prestigio internazionale della galleria grazie a una collezione di opere di grande qualità del
XX secolo. La fliglia Alessia si è unita alla galleria diventando direttrice nel 2011 con l'obiettivo di unire
la tradizione ad una nuova prospettiva. Con un approccio innovativo, le mostre presentate nella sede
principale a Bologna mirano a illustrare come l'arte contemporanea scaturisca da un dialogo con l'arte
moderna o già storicizzata.
Da sempre la galleria si occupa di due aspetti fondamentali del mondo dell'arte: il mercato –
partecipando ad alcune delle più importanti fiere internazionali - e la promozione culturale. Da questa
prospettiva si originano le collaborazioni con importanti musei ed istituzioni in Italia e all'estero
(Metropolitan Museum di New York, Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, etc.), testimonianza
tangibile dell'alta qualità delle opere proposte. Punto di riferimento per l'arte italiana del Novecento, la
Galleria d'Arte Maggiore ha recentemente collaborato con il museo Estorick Collection of Modern Italian
Art di Londra per la mostra "Giorgio Morandi. Lines of Poetry", l'esposizione più completa realizzata fino
ad oggi, fuori dai confini italiani, sull'arte grafica del maestro. E, solo per citare alcuni esempi, tra le
varie esposizioni curate da Franco Calarota vanno ricordate la mostra "Silenzi" dedicata all'opera di
Giorgio Morandi dal Museo di Palazzo Fortuny a Venezia, e "Giorgio de Chirico. Myth and Archaeology"
la mostra appena inaugurata con successo alla Phillips Collection di Washington DC, all'interno
dell'anno della cultura italiana negli Stati Uniti, che presenta al pubblico una preziosa selezione di
sculture e lavori su carta.
Per maggiori informazioni e richieste d'intervista:
Francesca Monti
t. +39 051 235843
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