Sergei Nazarov
Memorie
a cura di: Afrodite Oikonomidou
05.06.2013>31.08.2013
MARTEDÌ-DOMENICA: ORE 10.00-18.00
Palazzo Zenobio
Collegio Armeno
Fondamenta del Soccorso
Dorsoduro 2596
30123 Venezia
041 5234348
www.officinadellezattere.it
Sergei Nazarov, pittore di San Pietroburgo, dedica questa mostra alla Memoria. Ripercorre un itinerario visivo personale che attraversa i ricordi dell’infanzia, della terra natale e delle terre scoperte nei suoi numerosi viaggi, degli affetti intimi e dei famigliari amati, della sua conoscenza della Storia dell’Arte. Un susseguirsi di luoghi, paesaggi e simboli del vissuto dell’artista.
La mostra è un viaggio nei ricordi dell’anima di Nazarov, a cui Venezia, una delle città da lui preferite, offre la cornice perfetta, grazie ai suoi storici legami con l’arte e con gli artisti russi. Nella diversità delle tecniche usate, il pubblico troverà uno sfarfallio che va dalla tempera su cartone all’olio su tela, la luminosità variabile del disegno a carboncino e dell’acquaforte, la velatura che diventa quasi una speciale foschia argentata, e un segno, a volte morbido e flessuoso, a volte duro, forte di una linea grafica marcata. Le sue nature morte, non prive di umorismo e teatralità, sono visioni stravaganti di uno strano agglomerato di elementi dal repertorio della Storia dell’Arte.
Tre le tradizioni che segnano Sergei Nazarov, evidenti nelle opere in mostra: la scuola di San Pietroburgo, l’Armenia e l’Arte Europea. San Pietroburgo rappresenta lo stato d’animo contemplativo, della ricerca sulla fragilità e della perfezione musicale, di una cultura contraddistinta dal prudente equilibrio. L’Armenia, un simbolo di austerità, è l’arcaica incarnazione del dolore secco, espresso dalle note basse maschili, e dall’eroismo stoico. L’Europa sullo sfondo è l’oggetto di culto, impersona la ricchezza della cultura, i principi classici come l’armonia tra sentimento e ragione.
Nazarov coltiva l’estetica della quotidianità e il realismo, ma allo stesso tempo incoraggia il sogno e lascia trasparire frequentemente il suo romanticismo. L’artista volutamente dimentica il presente, con i suoi “dubbi” e “interrogativi” sulla posizione e le potenzialità reali dell’arte nel giorno d’oggi: per Nazarov, l’arte è indistruttibile, come la natura, mentre il suo linguaggio diventa trasparente sotto la pressione della luce e del silenzio.
Ascoltiamo il silenzio dei dipinti di Sergei Nazarov, l’appena percettibile fruscio delle sue linee, la sua malinconia e la sua felicità assordante per essere un artista nelle sale di Palazzo Zenobio, a pochi passi dalla Biennale di Venezia nel 2013.